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lunedì 10 marzo 2014

4 modi per riscaldare la vostra Bug Out Location


Abitando ai piedi delle Alpi, uno dei problemi fondamentali che mi trovo ad affrontare è il riscaldamento; in generale, una buona metà della popolazione italiana si trova a dover fronteggiare il problema del freddo.
Fortunatamente, abbondiamo di soluzioni che ci permettono di risolvere facilmente il problema delle basse temperature: molti hanno i termosifoni in casa, riscaldamento a gas, altri possiedono stufe a pellet o a legna; tuttavia, è un dato di fatto che, la maggior parte di noi ha scambiato l'indipendenza energetica a favore della comodità. 
In questo articolo vorrei affrontare, quindi, il problema del riscaldamento per la nostra casa o Bug-out Location
E se domani, le forniture di Gas russo finissero?
Per ovvie ragioni quasi nessuno, nelle città, accumula legna per l'inverno o acquista il carbone per far mantenere vivo il focolare.
Questo problema non viene mai affrontato come si deve, poichè non è una cosa che sin ora ci ha toccato da vicino, ma bisogna sapere che la maggior parte del gas che utilizziamo per cucinare e riscaldarci proviene dalla Russia.
Come avrete sicuramente sentito, in questo periodo tra Russia e Ucraina non corre buon sangue e purtroppo questa destabilizzazione dei rapporti internazionali può ripercuotersi sulla situazione energetica italiana. 
 
L'Italia importa dalla Russia più del 25% di gas, dunque, una chiusura dei rubinetti per motivi politici esterni potrebbe provocare un grave problema per l'approvvigionamento della nostra penisola. Nel breve termine, il nostro stato possiede delle scorte cuscinetto per poter sopperire a cali di importazione, ma in uno scenario limite, il problema esiste. 
Alternative al gas
Per ovviare ai problemi, l'unica soluzione è diventare indipendenti dal punto di vista energetico. Questo diventa difficile se non si innesca anche un cambiamento di stile di vita (se installo dei pannelli fotovoltaici dovrò ridurre l'uso di elettrodomestici e concentrarli nel periodo di massima esposizione solare).
Concentrandoci sul problema "riscaldamento" (che si può estendere anche alla produzione dei energia) abbiamo diverse alternative, due che contemplano la combustione, e due che invece che sfruttano il sole: le stufe a pellet e a legna; pannelli solari e fotovoltaici.

Metodi a combustione: stufa a pellet e a legna
La scelta tra stufa a pellet e a legna può sembrare semplice, ma non è affatto così. La stufa a pellet necessita di un'avvio elettrico, serve una pulizia settimanale ed integrando parti elettroniche è passibile di guasto. Gli aspetti positivi sono l'estrema semplicità, l'autonomia (si accende e si spegne da sola) e il basso costo del pellet. La stufa a legna è decisamente più costosa in termini assoluti perchè bisogna considerare che la legna bisogna "farla" e quest'azione porta via tempo e fatica. Inoltre, il consumo giornaliero di legna è superiore rispetto alla stufa a pellet. Gli aspetti positivi di questa tipologia, però, sono considerevoli poichè funziona sempre (no parti elettroniche); è possibile utilizzarla anche come forno, fornello o per arrostire e non necessita di alcun tipo di manutenzione, salvo la pulizia della canna fumaria ogni anno.

Metodi non a combustione: pannelli solari, fotovoltaici e fibra di carbonio
I metodi che non comportano combustione sono sicuramente più dispendiosi, ma evitano anche molta fatica.
L'installazione di pannelli solari assicura la produzione di acqua calda sanitaria in abbondanza e, grazie a delle apposite cisterne isolate, è possibile mantenere l'acqua calda anche per più giorni. Quest'acqua, oltre ad essere utilizzata per igiene, è possibile convogliarla in un sistema di riscaldamento a pavimento. Anche in questa soluzione è previsto l'uso di energia elettrica per azionare il ricircolo dell'acqua. Il costo di un sistema domestico di medie dimensioni si aggira sui 5-7 mila euro.
Costo del tutto simile è per l'installazione di pannelli fotovoltaici con una potenza di 3 kwh. Tuttavia, con questa tipologia di pannello è consigliabile l'utilizzo di una tecnologia diversa, ovvero la fibra di carbonio. Esistono dei materiali, in fibra di carbonio per l'appunto, che producono calore grazie all'elettricità e possono essere integrati sotto il pavimento, nei muri e anche nelle caldaie. Questo tipo di materiale non genera onde elettromagnetiche e non necessita di alcun tipo di manutenzione, arrivando anche a temperature superiori ai 60° C.
Questa soluzione, complessivamente, è quella più dispendiosa (circa 10mila euro) ma, a mio parere, quella che offre la maggior versatilità se consideriamo che produrremmo energia elettrica, acqua calda e calore. Certamente, tutto è subordinato alla presenza del sole, che non deve essere data per scontato.
Se avete dubbi o curiosità, non esitate a postare qui sotto le vostre domande, oppure sulla pagina facebook.
Alla prossima.
AM

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