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sabato 16 agosto 2014

Una nuova carta prova che l'attività solare del XX secolo è stata la più potente degli ultimi 3.000 anni!

In questo ultimo decennio abbiamo visto un netto calo dell’attività solare, come evidenziato in questo ultimo ciclo solare 24.

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Figura 1 Il grafico che rappresenta gli ultimi 4 cicli solari, dal ciclo 21 al ciclo 24
 
Se però osserviamo qualsiasi grafico dove riassume gli ultimi decenni di attività solare, ci accorgiamo come nel periodo tra il 1945 e la metà degli anni 90′ del secolo scorso, l’attività solare abbia avuto una fase molto più attiva, anche temporalmente di lunga durata della nostra stella.

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Figura 2 La serie di cicli solari dal 1900 ai giorni nostri

Questo straordinario sviluppo di attività solare non ha riscontri negli ultimi 3.000 anni, ed ora è anche dimostrato in questo recente lavoro del ricercatore e fisico solare finlandese Ilya Usoskin dell’Università di Oulu, dove è stato recentemente pubblicato nella rivista Astronomy and Astrophysics (A & A Volume 562, Febbraio 2014).
Il lavoro mostra con molta dovizia, come l’alta attività solare che si è avuta tra il 1945 e il 1995 sia stato un periodo eccezionalmente attivo e mai così potente come negli ultimi 3 millenni, con una forte presenza di lunghi periodi di minima attività solare, come ad esempio il minimo di Maunder (1645-1715).
EVIDENZE BEN DISTINTE NEI VARI PERIODI DI ATTIVITA’ SOLARE.
I. G. Usoskin, G.Hulot, Y. Gallet, R.Roth, A.Licht, F. Joos, G.A.Kovaltsov, E. Thébault, and A. Khokhlov
Abstract
Obiettivi: Il sole mostra una forte variabilità nella sua attività magnetica, dai grandi minimi ai grandi massimi, ma la natura della variabilità non è ancora pienamente compresa, soprattutto a causa della lunghezza insufficiente delle registrazioni dell’attività solare direttamente osservata e dalle incertezze relative alle ricostruzioni di lungo termine. Qui vi presentiamo una nuova ricostruzione senza regolazioni dell’attività solare nel corso degli ultimi tre millenni, avendone studiato le sue diverse modalità.
Metodi: Presentiamo una nuova regolazione libera, la ricostruzione fisica dell’attività solare nel corso degli ultimi tre millenni, utilizzando il più recente ciclo di verifica del carbonio, con la produzione di C-14 e i modelli dei campi archeomagnetici. Questo grande miglioramento ha permesso di studiare i diversi modi di attività solare ad un livello senza precedenti nei suoi più piccoli dettagli.
Risultati: La distribuzione dell’attività solare è chiaramente bi-modale, e implica l’esistenza di metodi distinti nell’attività. La principale modalità di attività regolare corrisponde alla moderata attività che varia da una fascia relativamente stretta tra il numero di macchie solari tra 20 e 67. L’esistenza di una modalità minima gran separato con una ridotta attività solare, che non può essere spiegata da fluttuazioni casuali nel modo regolare, si conferma ad un livello di fiducia elevato. La possibile esistenza di una modalità separata del gran massimo è anche suggerito, ma le statistiche sono troppo basse per raggiungere una conclusione certa.
Conclusioni: Si è dimostrato che il sole funziona in diverse modalità – una modalità principale generale, una modalità di gran minimo corrispondente ad un Sole inattivo, e una possibile modalità di grande massimo corrispondente ad un sole insolitamente attivo.
Questi risultati forniscono vincoli importanti per entrambi i modelli della dinamo delle stelle simili al Sole e di ricerche di una loro possibile influenza solare sul clima della Terra.
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Fig.3 numero di macchie solari ricostruito da Usoskin et al. (2014) 1150 v. Chr. fino al 1950 n. Chr. La curva rossa mostra il numero di macchie solari direttamente osservate dal 1610.

Discussione e conclusioni
La causa delle forti variazioni di attività solare, e se questi derivano da fluttuazioni pure casuali, è ancora oggetto di dibattito (ad esempio Charbonneau 2010; Choudhuri & Karak 2012; Sokoloff 2004; Moss et al. 2008). Mentre la dinamo dei moderni modelli può riprodurre molte caratteristiche osservate nel ciclo solare, tra cui la variabilità secolare e il verificarsi di eventi apparentemente casuali dei grandi minimi (ad esempio Brandenburg & Spiegel 2008; Moss et al. 2008; Choudhuri & Karak 2012), questo spesso richiede un certo numero di ipotesi ad hoc (Pipin et al.2012). Grazie alla presente ricostruzione dell’attività solare, tuttavia, un quadro molto più chiaro ed evidente ora emerge nei grandi minimi. Questi eventi non possono essere descritti in termini di fluttuazioni casuali di un’unica modalità nell’attività solare. Al contrario, le prove suggeriscono che essi sono manifestazioni di una modalità dei grandi minimi, distinti dalla modalità normale centrale, e che si verificano a seguito di improvvise transizioni di questa modalità centrale. Un modello simile può essere suggerito anche per eventi di grandi massimi, ma la bassa statistica non consente ancora questo robusto suggerimento. Transizioni tra queste modalità possono essere intese sia come transizioni tra diversi rami della dinamo solare, o come improvvisi cambiamenti nei parametri che governano di questa dinamo, come proposto, per esempio da Moss et al. (2008).
Il presente risultato implica che:
• Il Sole trascorre la maggior parte del suo tempo in una situazione regolare di attività con una serie di numeri di macchie solari nel medio-ciclo compresa circa tra 20 e 67.
• Lo stato di grande minimo è chiaramente un modo distinto di attività, all’interno del quale il Sole spende circa 1/6 del suo tempo.
• Vi è un’indicazione che il grande massimo corrisponda anche ad una modalità distinta di attività, ma le basse statistiche che abbiamo ancora, non ci permettono di concludere con fermezza questo argomento.
Queste osservazioni forniscono importanti vincoli per i modelli di attività solare, e contribuiranno ad approfondire la nostra comprensione sui processi che guidano la variabilità solare e stellare.

http://www.aanda.org/articles/aa/abs/2014/02/aa23391-14/aa23391-14.html

ENZO
ATTIVITA’ SOLARE

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